28 aprile 2009

Io scriverò

Io scriverò
se vuoi perchè cerco un mondo
diverso
con stelle al neon e un poco d'universo
e mi sento
un eroe a tempo perso.
Io scriverò
se vuoi perchè non ho incontrato mai
veri mattatori e veri ombrellai,
ma gente capace di chiederti solo
come stai.
Io scriverò
se vuoi perché ho amato tutti i sessi,
ma posso garantirvi che io
non ho mai dato troppo peso al sesso mio...
Ma con chiunque sappia divertirsi
mi salverò
...che viva la vita senza troppo arricchirsi,
mi salverò
...che sappia amare e che conosca
Dio
come le sue tasche.
Io scriverò
perchè ho vissuto anche d'espedienti,
perchè a volte ho mostrato anche i denti,
perchè non potevo vivere altrimenti.
Io scriverò
sul mondo e sulle sue
brutture,
sulle mie immagini pubbliche e sulle camere oscure,
sul mio passato e sulle mie paure...

5 commenti:

G T ha detto...

Beh che dire. Eccezionale. Parafrasarla è quasi un crimine. Anyway, ci proviamo.
"Io scriverò
se vuoi perchè cerco un mondo
diverso
con stelle al neon e un poco d'universo
e mi sento
un eroe a tempo perso"

Non "scrivo" ma, bensì, "scriverò", dato che adesso non può, non vuole o non deve. Perchè adesso è pericoloso? Perchè è ancora giovane e non ha tempo per scrivere ma soltanto per vivere? Perchè nessuno lo capirebbe? chissà cosa intendeva con questo verbo al futuro.
Ci spiega, comunque, almeno il perchè sente la necessità di mettere per iscritto e quindi di comunicare a tutti quello che sente.
E il perchè è sempre lo stesso - la ricerca di un mondo diverso, che vada in direzione opposta: anche qui, usando la sua aspra ironia, porta in auge il significato vero di ciò che fa l'uomo e a quale scopo e, forse, ci dimostra che ha capito prima di molti scienziati (siamo prima degli anni '80 quando ancora non si era scoperto o non si voleva scoprire nemmeno il buco dell'ozono) che in questa direzione ci resterà soltanto un poco di universo e molte stelle al neon; ovvero, arriveremo a distruggere la natura limpida e vera, fino al punto di falsificare, per assurdo, anche le stelle più lontane dalla Terra.
Nel riconoscere queste cose, si sente "un eroe a tempo perso". Questa è in assoluto la più bella locuzione della canzone che vuol dire tutto e niente, quindi la parafrasi me la tengo per me. Anche perchè ci si potrebbe scrivere sopra un libro.

G T ha detto...

Il mattatore è una persona in grado di far convergere su di sé l'intera attenzione del pubblico teatrale: è un leader, l'attore migliore, l'unico capace di tenere in piedi da solo uno spettacolo. Richiamando metaforicamente i suoi trascorsi teatrali, si può interpretare in questo modo: non ha mai incontrato nessuno in grado di potergli insegnare qualcosa veramente, un vero mattatore, una figura a cui realmente e realisticamente ispirarsi in maniera totale e completa.
L'ombrellaio, che ormai non esiste più ma che negli anni '60-'70 al sud era ancora molto comune, viveva una vita molto misera economicamente, dato che i suoi clienti erano dei poveracci incapaci di acquistare un ombrello nuovo e si rivolgevano a lui sperando in un miracolo: che quell'ombrello, ormai fuori uso, tutto sgangherato e rotto, potesse diventare ancora sano e resistente ai colpi furiosi della tramontana senza capovolgerlo. E lui, caparbio, ci provava con serietà e impegno, perché, alla fine, da quel rottame potesse uscire un qualcosa che rassomigliasse ad un ombrello capace di proteggere da un acquazzone. Con questa splendida metafora, intende quindi dire che non è ancora riuscito a trovare una persona in grado di dare tutta se stessa, per poter aiutare gli altri, per poter cercare di cambiare (e aggiustare) qualcosa con serietà, anche in cambio di poco o nulla. Al mondo di oggi, gli ombrellai non esistono più.
Tuttavia, esiste moltissima gente che è "capace di chiederti solo come stai". Ovvero, gente ovvia, burattini standardizzati e, per molti aspetti, banale ed inutile.

Anonimo ha detto...

"se vuoi perché ho amato tutti i sessi,
ma posso garantirvi che io
non ho mai dato troppo peso al sesso mio..."
1) nessuna bisessualità o omosessualità, questo per me è assodato.
2) la canzone fa parte di un album del 1979, quando aveva già un buon successo ed era già discretamente conosciuto al pubblico (ossia poteva farsi quante donne voleva).
Amare tutti i sessi, vuol dire, secondo me, che Rino credeva moltissimo nel prossimo e nell'amicizia come valore di base. Tutti i sessi può significare amare indistintamente tutti, dal povero ed emarginato, all'uomo di successo affermato.
Ci garantisce poi che non ha mai usato il suo successo, come arma per fare sesso. Ovvero, non ha mai dato "troppo peso" al sesso facile e alla facilità con cui poteva fare sesso: nel senso, ci sarà pure scappato qualcosa, ma di certo non ne ha approfittato al punto che ne avrebbe potuto approfittare o meglio, ai livelli di altre persone di successo. Anche perchè, dal punto di vista etico, Rino pensa che non sia una cosa fondamentale pensare e agire per il sesso (sesso come fine ultimo dell'uomo). Ma che la cosa fondamentale e più importante sia agire per amore... quell'amore inteso alla Rino ovviamente, non alla Al Bano, Baglioni, Tiziano Ferro, Gigi D'Alessio... che dicono cose scontate a fanno tutte le canzoni uguali "amore mio, bella, dolce e brava...".
L'amore "alla Rino" corrisponde alla felicità di tutti, a cominciare da quella del prossimo "che sta peggio" e che non può (sa) far valere i propri diritti. Il fine principale delle sue canzoni è proprio quello di suonare la sveglia!

Anonimo ha detto...

"Ma con chiunque sappia divertirsi
mi salverò
...che viva la vita senza troppo arricchirsi,
mi salverò
...che sappia amare e che conosca
Dio
come le sue tasche"

e questa la strofa in cui è esplicitata l'essenza della filosofia di Rino. L'unico modo per vivere, avendo compreso il mondo, è, appunto l'ironia.
E per questo l'unico modo per salvarsi è passare il tempo con chi si sa divertire, in maniera leggera, senza prendere nulla sul serio. E ciò perchè lui non era affatto così (anche se con le sue canzoni, a detta di molti ignoranti, nonsense, sembrava un superficiale) e, per questo, ha bisogno di essere attorniato di gente semplice e divertente, che gli permetta di "non pensare".
Inoltre, l'antidoto per la salvezza morale (e non solo), è senz'altro una vita senza cupidigia: è bellissimo vivere, senza la brama di arricchirsi troppo. Questa frase la possiamo vedere da mille punti di vista: il cantante bravo e talentuoso che vuole troppo arricchirsi, scivola nel commerciale (vd. Vasco & company); il buon manager che fa la stessa cosa finisce in galera (non in Italia, ovviamente) o semplicemente non ha più il tempo per godersi la vita, entrando in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. La causa di tutti i mali è, quindi, proprio questo desiderio dell'uomo di volere troppo, più del necessario. E ciò non ha un fine ultimo (essendo questo la felicità, che ahimè non si realizza solo col denaro, ma anche con una coscienza libera).
Infine, l'amore, alla Rino. Di nuovo. "Mi salverò con chi sappia amare e conosca Dio come le sue tasche". Qui spiega la sua religione: Dio è colui che da l'esempio di come si deve amare. Per questo, vuole essere circondato da gente che conosca Dio talmente bene da aver capito alla perfezione cosa significa amare e che si comporti tutti i giorni, secondo il suo insegnamento più grande "Ama il prossimo tuo come te stesso". Nulla a che vedere con la Chiesa, i preti, i vescovi, etc. che, da buoni politici italiani, strumentalizzano ogni giorno queste parole... e ne fanno perdere il vero significato.

Anonimo ha detto...

"Io scriverò
perchè ho vissuto anche d'espedienti,
perchè a volte ho mostrato anche i denti,
perchè non potevo vivere altrimenti."

Rino qui ammette che per vivere si è adattato a diverse circostanze e che, a volte, per risolvere situazioni difficili è stato costretto anche a ricorrere a sotterfugi e scappatoie temporanee. A volte, inoltre, ha mostrato anche i denti, ovvero ha "ringhiato", lottando assiduamente per raggiungere gli obiettivi.
Tutto questo perchè non c'è altra soluzione per vivere (in Italia, secondo me sottointendeva lui).


"Io scriverò
sul mondo e sulle sue
brutture,
sulle mie immagini pubbliche e sulle camere oscure,
sul mio passato e sulle mie paure..."

L'ultima strofa ci testimonia l'essenza di quello che è stato Rino: un cantautore unico nel suo genere, che ha scritto SUL MONDO e SULLE SUE BRUTTURE (le molte cose che non vanno affatto bene e che potrebbero essere migliorate, soltanto se si conoscono e se vengono denunciate da qualcuno).
"Sulle mie immagini pubbliche e sulle camere oscure" - è proprio necessaria la parafrasi per queste ultime strofe.
Rino Gaetano era visto pubblicamente come un giullare, un menestrello, un cantante di nonsense. Oltre che come un giovane impertinente e un pò ignorante che faceva musica "canticchiabile"... in poche parole è stato molto bistrattato in vita. E ne era consapevole. Questa era la sua immagine pubblica.
La camera oscura è stata inventata da Leonardo per avere una proiezione della realtà (in modo da riprodurla proporzionalmente su di un pezzo di carta, poi riutilizzata come dispositivo ottico nella fotografia).
Si tratta di un'altra splendida metafora con cui Rino ci fa capire che la differenza fra reale e proiettato, fra fatto e racconto del fatto (opinione), fra oggettivo e quasi-oggettivo.
Oggi è molto più concreta questa differenza di quanto non fosse negli anni '80... basti pensare alla TV. Le sue immagini pubbliche, difatti, venivano proiettate in modo non sempre veritiero, anzi: basti pensare a quello che si leggeva e guardava e a ciò che si cerca di far credere ancor'oggi, a quasi 30 anni dalla sua morte (vd. Fiction scandalosa sulla RAI in cui veniva fatto passare per un alcolizzato, meschino, etc.). Ma la verità anche se dopo molti anni, viene sempre a galla!
Infine, "sul mio passato e sulle mie paure". Beh, per questa frase servirebbero pagine e pagine di parafrasi, spiegando di cosa e di chi aveva paura Rino, cosa era accaduto nel suo passato, etc. etc. I puntini di sospensione hanno, quindi, un grande significato...